Rimini | Lavoro, credito, sociale e sburocratizzazione gli obiettivi del tavolo anticrisi del prefetto
Il prefetto di Rimini Claudio Palomba ha raccolto l’appello del presidente di Confindustria Maurizio Focchi e oggi presenta il suo piano anticrisi, “un tavolo che affronti nella nostra provincia la tematica della crisi sociale ed economica andando oltre la semplice disamina sulle cause, calandosi profondamente nella realtà locale e verificando quali opportunità possono nascere per risollevare il capo, è nata come comune esigenza di reagire ad eventi che non possono e non devono sopraffarci”. Un tavolo in quattro segmenti (lavoro e occupazione, accesso al credito, disagio sociale e sburocratizzazione) cui siederanno Diocesi, Prefettura, Regione, enti locali, tribunale Camera di Commercio, enti e uffici competenti, associazioni di categoria, ordini professionali, banche, sindacati, organismi di assistenza nel sociale.
Il prefetto parla di una “proposta concreta” di “un’alleanza di sistema, una regia a più voci, che coinvolga, pubblico e privato, capitale d’impresa e lavoro. Fare squadra è la strada obbligata per creare condizioni di miglioramento. C’è bisogno di darsi nuove mete, obiettivi chiari. Insomma è nostro compito cercare di creare (missione non facile) un clima di fiducia fra i cittadini, per far ripartire il motore”. Fiducia “bene pubblico primario”.
Priorità del tavolo è il lavoro. I dati in provincia “non sono affatto confortanti: un tasso di disoccupazione al 9,8%, con quello giovanile che è schizzato addirittura al 15,8%; oltre 9 milioni di ore di cassa integrazione erogate nel 2012, con un’impennata di oltre il 30% rispetto all’anno precedente; 93 imprese dichiarate fallite, anche qui con un balzo in avanti del 28% rispetto al 2011”. Le aziende “navigano a vista” anche per le “difficoltà di accedere a risorse”. “Dal tavolo dell’accesso al credito è auspicabile che emergano iniziative che possano consentire di sbloccare situazioni per rilanciare il settore delle imprese e dare sostegno alle famiglie”.
Poi una lancia spezzata per “la burocrazia”, contro cui qualche settimana fa si è scagliato il presidente della Provincia Stefano Vitali, che “non sempre costituisce il “cappio al collo”, ma serve o dovrebbe servire a regolamentare situazioni e rapporti che altrimenti sarebbero lasciati al libero arbitrio e foriere delle peggiori negatività. E’ di tutta evidenza però che essa deve essere sapientemente dosata e saggiamente impiegata”, dice il prefetto che annuncia già una soluzione al vaglio delle istituzioni. “La creazione del distretto turistico riminese o della riviera comporterebbe per le imprese una serie di vantaggi fiscali, amministrativi e finanziari, ovvero l’istituzione della realtà di Rimini come zona a burocrazia zero da cui potrebbero derivare benefici per i procedimenti riguardanti le attività produttive i cui tempi di definizione sarebbero enormemente ridotti. Si potrebbe anche pensare allo sviluppo di accordi quadro derogatori tra enti territoriali, con previsione di interventi a mezzo di presentazione di progetti direttamente attuativi, in forma di silenzio assenso, asseverati da tecnici esperti con attivazione di un sistema di monitoraggio successivo non ostativo, ma di indirizzo e sostegno per eventuali modifiche progettuali”.
Infine, il disagio sociale. “E’ una faticosa sfida all’evidenza dei dati economici e sociali, oltre 10 mila persone che si rivolgono agli sportelli sociali del territorio provinciale, centinaia di interventi per gli alloggi di prima accoglienza, un numero esorbitante di pasti presso le mense, 1.450 domande di sfratto, etc. Ma occorre provare a ripartire da quei principi di solidarietà e sussidiarietà che costituiscono anche l’ossatura delle tradizioni e del modo di essere della gente romagnola”.
La crisi va affrontata, “provarci non è solo un dovere, ma anche una opportunità”, conclude Palomba.